Il termine “educare” deriva dal verbo latino “e-ducere”, alla lettera “trarre fuori” e in esso possiamo vedere l’idea di una piantina che viene aiutata ad uscire dalla terra verso la luce. Prima di porre segni, alla lettera “insegnare”, l’indispensabile azione con cui qualcuno traccia una mappa nell’alunno per indicargli una strada verso la crescita, l’insegnante ha il dovere di facilitare lo spuntare di quei germi di creatività e di bene che ognuno già contiene dentro di sé.
Per questo l’azione pratica di sistemare un orto-giardino ha una grande funzione educativa e formativa, perché è la metafora pratica dell’agire scolastico. Il progetto “Coltiviamo la vita” implica la sistemazione del giardino della scuola secondaria di primo grado, con l’intenzione di valorizzare le specie botaniche già presenti e ricavare negli spazi liberi un orto dove piantare insalata, radicchio, zucchine, etc. Oltre al valore didattico, che comporta una presa di coscienza della necessaria biodiversità e del valore ambientale di unire un orto ad un giardino, il progetto ha come obiettivo primario uno scopo educativo. Infatti la consapevolezza del sempre maggior numero di studenti con problemi comportamentali ha indotto già numerose scuole a convertire parte dei provvedimenti disciplinari in lavori socialmente utili per la comunità.
Anche la nostra scuola, con questo progetto, desidera venire incontro a queste esigenze, proponendo alle famiglie con studenti segnalati per problemi comportamentali dal consiglio di classe di far aderire i propri figli a queste attività di giardinaggio. Dopo aver stabilito un calendario che non vada ad intaccare la normale attività di scuola (quindi mai durante una verifica o una interrogazione, mai durante spiegazioni essenziali), i ragazzi usciranno singolarmente o a piccolissimi gruppi con l’insegnante di religione, o con altri insegnanti che mettano a disposizione il loro tempo, per lavorare un’ora nel giardino.
Questa non è solo un’occasione per fare un lavoro socialmente utile ed imparare l’arte del prendersi cura dell’altro, ma è un momento per dialogare a tu per tu, parlando dei propri problemi scolastici. Alla fine dell’ora, prima di rientrare, sarà compilata una scheda che riporta i punti da migliorare e gli impegni presi dall’alunno.
È possibile pensare di vendere anche le piantine coltivate prima della fine della scuola: il ricavato sarà devoluto interamente alla scuola. Il comune si impegna a fornirci il materiale e la manodopera necessaria per i lavori preliminari. Le attività saranno svolte nelle belle giornate che si presenteranno, anche nel periodo invernale, ma il lavoro più grosso prenderà l’avvio dal mese di marzo fino al mese di giugno. Quando il tempo non permette di uscire, i ragazzi segnalati saranno impegnati sempre in attività utili alla scuola, volte a mantenere la pulizia e la miglioria degli ambienti scolastici. I ragazzi di tutte le classi sono coinvolti in questa attività.
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