venerdì 27 novembre 2020

MTiny: il Panda che emoziona!

di A. Galavotti
maestra della scuola dell'infanzia




Dal momento in cui l’ho visto ho pensato: “questo spacca!”: non è probabilmente quello che direbbe una pedagogista, un’esperta di didattica, ma è la sintesi perfetta (e reale) dell’impatto del robot con gli occhioni sui bambini (e, neanche a dirlo, sulle maestre!).

MTiny è un robot educativo dall’aspetto di un panda che si può guidare con un joystick, si può programmare con dei “blocchi” che ricordano quelli di Scratch Jr, ha un tappeto a incastri interattivo utilizzabile da entrambi i lati, si “maschera” da altri animali, ma soprattutto è un robot che si emoziona e che mostra ciò che “prova” attraverso i suoi grandi occhioni: questo è il grande, enorme valore aggiunto con cui MTiny permette di arricchire i giochi di programmazione. 

MTiny permette giochi di riconoscimento delle emozioni: Alcune emozioni, definite primarie, sono comuni a tutte le culture e connotate da una mimica facciale tanto simile che vengono riconosciute universalmente(1): MTiny riproduce alcune di esse e altri stati d’animo ben noti ai bambini in modo riconoscibile, efficace e accattivante. Quando si ferma sui disegni della griglia, a seconda dell’animale che interpreta, reagisce diversamente: il panda/cane è felice quando arriva sull’acqua, il panda/gatto invece si arrabbia, il panda/pulcino è felice quando arriva sulla pannocchia, il panda/panda invece diventa triste. I bambini osservano le reazioni di MTiny, le riconoscono e danno loro un nome condiviso da tutti, abilità emozionale, questa, non scontata(2). Si discute insieme delle ragioni delle varie reazioni e di cosa si può fare per far stare meglio MTiny. Attività come questa possono arricchire le tante proposte della scuola dell’infanzia sul riconoscimento e la gestione delle emozioni, anche con bambini di 3 anni, che si divertono a guidare il panda con il joystick.


MTiny Permette anche di fare previsioni sulle emozioni che scaturiranno: i bambini fanno ipotesi su come potrà reagire MTiny quando andrà a letto, se si fermerà sull’immagine del fantasma, se arriverà sul libro da leggere; dopo aver fatto le ipotesi le verificano essi stessi, programmando a blocchi (i più grandi) o guidando con il joystick (i più piccoli).

 MTiny è dotato di un Kit che offre tanti spunti operativi diversi: uno degli oggetti cui magari si dà meno importanza è la bandierina. In realtà nulla pare lasciato al caso e al posto della bandierina basta issare il nome del bambino perché MTiny empatizzi con il bambino stesso: se sulla bandierina c’è scritto il nome Lorenzo, egli lo programmerà e MTiny si sentirà proprio come lui (arrabbiato, quando il suo cane gli fa i dispetti).

Dopo aver valutato le reazioni di MTiny rispetto agli elementi del tappeto, i bambini costruiscono una loro griglia personale, con la rappresentazione di fatti che suscitano in loro determinate emozioni (sono felice quando mangio il cioccolato, sono triste quando mio fratello mi picchia, sono arrabbiato quando mi dicono le parolacce, ho paura del buio…). Ora MTiny si “trasforma” nei bambini issando, a turno, i loro nomi e ognuno programma il robot non solo perché si muova e raggiunga una determinata postazione, ma anche perché, una volta arrivato, rispecchi l’emozione suscitata nel bambino. 


 Questa possibilità è un elemento molto potente: i bambini devono riflettere su un’emozione, devono dargli un nome ma soprattutto trovano un veicolo su cui trasferire tale emozione e renderla nota, condivisa, visibile a tutti e, soprattutto in caso di emozioni non piacevoli, più gestibile, più sopportabile non più causa di vergogna (“è il panda che ha paura del buio, non io…!”)

 Grande attenzione viene posta alla programmazione dei movimenti ma, con MTiny, altrettanta è dedicata alla programmazione dell’emozione. Attraverso una storia drammatizzata dal robot stesso, i bambini scoprono che Panda e suoi amici (Gatto, Cane e Pulcino) possono provare diverse emozioni e stati d’animo, quando arrivano a scuola: perché vogliono stare a casa con la mamma o per colpa di un fratello dispettoso o di una sveglia che non ha suonato... E loro, i bambini, come si sentono quando arrivano a scuola al mattino? Durante l’appello il robot, attraverso le bandierine, si trasforma in bambino che va a scuola: il bambino programma il percorso e “passa” al Robot il suo stato d’animo, raccontando come egli si senta, dando voce a un’emozione che a volte si può faticare ad esprimere e, talvolta, alleggerendo il bambino di un piccolo peso a cui non riusciva a dare un nome(3).





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(1) D. GOLEMAN, L’intelligenza emotiva, 1995. Nell’appendice A l’autore fa riferimento alla discussione in atto tra gli psicologi su quali siano, per definizione, le emozioni primarie e cita lo studio di P. Ekman relativo al riconoscimento delle espressioni facciali di gioia, paura, collera, tristezza.
(2) D. GOLEMAN, L’intelligenza emotiva, 1995.
(3) P. MANUZZI, Pedagogia del gioco e dell’animazione, Guerini studio, 2002. Nel paragrafo “Gioco, emozioni, affetti. La prospettiva psicoanalitica” l’autrice sintetizza gli apporti di Kline e Winnicott rispetto agli oggetti come medium per la rappresentazione mentale degli stati emotivi.











mercoledì 25 novembre 2020

News 1^A: notizie e storie di una magnifica classe (seconda parte)

Continuiamo la pubblicazione delle notizie che ci arrivano dalle nostre corrispondenti di 1^A, che con la loro creatività costituiscono un blog nel blog e ci tengono aggiornati sul mondo delle classi prime.



IL PUNTINISMO (Sofia Guerzoni)

Venerdì 3 ottobre, nelle ore di arte, in 1^A si è sviluppata una nuova tecnica di disegno artistico: il puntinismo. Alla 1° ora la prof. ha spiegato che cos’è un punto, con immagini e con letture. Alla seconda ora, invece la prof. ha fatto disegnare fumetti a piacere con la tecnica del puntinismo, e in 1^A si sono scoperti talenti incredibili!


I PUPAZZI ANIMATI-seconda parte (Clarissa Piccirillo)

Mentre i ragazzi della 1^A erano a scuola, i pupazzi arrivavano da ogni paese della terra con una specie di ascensore volante, che si muoveva in pochissimi secondi da una parte all’altra del mondo. Una sera, però, i ragazzi si misero d’accordo per vedersi tutti insieme con i loro pupazzi, facendosi compagnia. I pupazzi aderirono alla proposta dei ragazzi, ma dimenticarono la missione di salvare il mondo per cui erano stati costituiti. Quella sera la compagnia si fece talmente prendere dal divertimento, che il quartiere si inquinò e nel mondo scoppiarono altre cinque guerre! Così i pupazzi non ebbero altra scelta: insieme ai loro padroni decisero di andare in soccorso del mondo, affinché l’umanità si salvasse...


L'ANGOLO DELL'ARTISTA (Ilaria Bergonzini)


I pupazzi animati


IL RAZZISMO (Caterina Nannetti)

Il razzismo è un’ideologia che va combattuta ed eliminata.

Il razzismo deriva dalla parola “razzae dal concetto che essa richiama: certamente le razze esistono, ma nel caso dell’essere umano, ne esiste una, quella umana. Tutti apparteniamo a quella: bianchi, neri, gialli… Tutti sullo stesso piano, tutti uguali, tutti in quell’unico gruppo, tutti aventi la stessa dignità. Ecco perché razzismo non ha senso: chi invoca il razzismo combatte se stesso. Al mondo troppi paesi ne sono stati influenzati (Stati Uniti, Italia, Francia, Gran Bretagna…), perché discriminano le persone per la loro diversità, e questa è una cosa molto triste, perché non bisogna fare differenze, al contrario bisogna aiutarsi.

Non c’è un valido motivo perché il razzismo esista, forse perché alcune persone si sentono superiori e sfogano la propria rabbia su altri esseri umani indifesi, che non hanno la possibilità o il coraggio di ribellarsi.

Per questo dobbiamo impegnarci, affinché il razzismo venga eliminato nel mondo. Si può fare questo rispettando gli altri e chiedendoci sempre se quello che noi facciamo al nostro prossimo ci farebbe piacere se venisse fatto a noi.


Il cartellone è realizzato da Caterina Nannetti




Neighbors: il cinema visto dalla 2^A

CIAK: SI GIRA! L'esperienza del covid sta mutando il nostro modo di insegnare e fare scuola, per continuare a veicolare contenuti educativi e nello stesso tempo coinvolgere gli studenti dal punto di vista delle relazioni. Schermi, mascherine, distanziamento sociale possono essere un limite alla normale vita scolastica. O forse no? La prof.ssa S. Aceranti ha pensato di utilizzare il linguaggio del cinema per avvicinare i ragazzi tra loro e per renderli consapevoli della positività dei mezzi di comunicazione sociale se l'obiettivo è "fare cultura". 

"L'idea di portare il cinema in classe - afferma la prof.ssa intervistata - nasce con lo scopo di veicolare meglio il lavoro di squadra, allargare gli orizzonti e la cooperazione, pur nel rispetto stringente delle norme sanitarie. Abbiamo infatti lavorato sull'espressività, enfatizzando la mimica come linguaggio non verbale per esprimere i sentimenti. Grazie alla sinergia del linguaggio gestuale e musicale, vi è stata una forte presa emozionale, che ha consentito il coinvolgimento della classe, favorendo una positiva e completa collaborazione tra i nostri attori, e tra questi e gli ideatori, i registi e i costumisti che hanno lavorato dietro le quinte".  

Non ci resta che mostrarvi il film della 2^A, assieme a tante curiosità accadute durante la registrazione. Non serve il biglietto: mettetevi comodi! 


















venerdì 20 novembre 2020

Una panchina gialla contro il bullismo

Oggi, 20 novembre 2020, dopo tante ore di lavoro, è pronta davanti alla nostra scuola la panchina gialla contro il bullismo e il cyberbullismo che i ragazzi della scuola secondaria di primo grado hanno dipinto insieme agli insegnanti. Il nostro Istituto è stato infatti felice di accogliere il progetto dell'associazione Helpis onlus di Pavia, che il Comune di Cavezzo ha sostenuto, con il patrocinio del Ministero dell'Interno. Grazie alla paziente collaborazione dell'assessore Ilaria Lodi, che ha tenuto i contatti con l'associazione, e dell'assessore Mario Tinti, che ha garantito il materiale e l'assistenza degli operai comunali, gli insegnanti della scuola secondaria hanno avuto occasione di dedicare diverse ore di volontariato scolastico, speso insieme ai ragazzi per realizzare questo lavoro manuale. L'attività è stata un'opportunità per parlare a tu per tu di problemi scolastici e comportamentali, valorizzando il concetto di bene comune e di benessere scolastico. A causa dell'emergenza covid, non si è potuta tenere l'inaugurazione con le diverse parti che hanno contribuito al progetto e che era stata fissata per oggi, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza. Il Comune ha voluto comunque presenziare davanti al lavoro della nostra scuola, come segno gradito della collaborazione che lega scuola e società. D'ora in poi, ogni persona che passa per questa strada non può non notare il vivace colore giallo della panchina: è un modo per ricordarci sempre che a scuola il rispetto e la dignità di ogni persona è il valore fondamentale per imparare a diventare i cittadini e gli adulti di domani.

Invitiamo i nostri lettori a visitare la pagina Facebook del Comune di Cavezzo, dove potete trovare un post che parla di questa iniziativa. Ecco il link: 

https://www.facebook.com/ComunediCavezzo/posts/377049247055383


















20 novembre 2020 - Giornata internazionale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Scuola dell’Infanzia “Il Castello”

Ogni anno insieme ai bambini riflettiamo sul significato di un diritto della Convenzione e documentiamo pensieri e riflessioni con l’intento di condividerlo con la comunità. Quest’anno il coordinamento dell’Area Nord ha proposto di affrontare il diritto all’educazione (Art. 28 e 29). Ogni sezione ha trattato il tema contestualizzandolo. Sono emersi:

il COME: i bambini hanno diritto di imparare usando le mani, sporcandosi, di esprimersi con tutto il corpo e attraverso la sperimentazione di tutte le forme artistiche.

Il DOVE: i bambini hanno diritto di avere un luogo sicuro e confortevole in cui ricevere un’istruzione, hanno il diritto di dirci come tale luogo dovrebbe essere, hanno il diritto di essere presi in considerazione.

Il COSA: i bambini hanno diritto di imparare contenuti adatti alla loro età, ma anche di avere buone relazioni con gli adulti e con i compagni e di imparare ad assumere comportamenti rispettosi nei confronti degli altri e dell’ambiente circostante.

I pannelli sono visibili alla comunità, appesi alla recinzione del giardino della scuola.

(Clicca su ogni immagine per ingrandirla)






































































mercoledì 11 novembre 2020

I colori della mia vita: pensieri e pennellate della 3^A

 

Partendo dalla lettura di un brano del bestseller di D’Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue, la prof.ssa D. Padovani ha fatto riflettere i ragazzi della 3^A sulla loro vita, usando… i colori. La vita di un adolescente, infatti, è piena di colori, a volte solari a volte più scuri, come le sfumature del loro carattere in continua evoluzione verso l’età adulta.

Vi presentiamo un’ampia rassegna di testi, con la speranza che possano portare una scintilla di speranza in questo tempo segnato dal buio del coronavirus e un arcobaleno nelle giornate di chi legge.




Elena Giovannini

La mia vita è piuttosto colorata. Maggiormente composta da colori basici e solari, che la caratterizzano particolarmente. Amo il bianco, al contrario di Leo. È la base di tutto, ogni cosa nasce da quest’ultimo. Credo che la nostra vita sia una parete bianca, che poco a poco, si riempie di colori e diventa un arcobaleno di messaggi.

Sono molto legata al colore grigio, mi tiene legata ai ricordi di quel posto che un giorno potrò chiamare casa: Londra.

Ma, oltre a questa città, ho una grande passione per l’America, alla quale conferisco i colori giallo, come il sole che illumina le spiagge della California, e l’azzurro, come il colore celeste limpido del cielo che sovrasta il Tennessee.

Il color bianco sporco può ricordarmi solo una cosa... i miei amati libri. Senza di loro sarei la metà di quella che sono oggi: loro sono una parte di me. Mi hanno fatto crescere, maturare, fatto capire il significato della scrittura e, essendo onesti, portato un po’ nel mondo dell’immaginazione.

La mia famiglia rappresenta il color rosso sangue, proprio come l’amore, cioè qualcosa che ti accompagnerà, sosterrà tutta la vita e che ti porgerà la propria mano dopo una caduta, sempre.

Preferisco non collocare tutti i colori della mia vita in una sfumatura specifica, ma preferisco non avere limiti, creare il mio arcobaleno.

E l’ultimo colore di cui volevo spiegare il mio significato personale è il nero. Proprio quel colore che tutti giudicano triste e segno di smarrimento: io invece preferisco immaginare un posto oscuro come una cella sicura, che ti protegge dal mondo.



Gioia Golinelli

Ci sono diversi colori che possono descrivere le mie emozioni: il giallo rappresenta la felicità, il sole è giallo, e cosa c’è di più bello di una giornata di sole?

La tristezza è blu scuro e grigia: una giornata grigia, la pioggia, le tonalità scure, quelle mi rendono triste.

Il nero invece ha due significati: solitudine e paura. Solitudine, perché nel buio ti senti solo, non vedi niente e nessuno, tutto intorno a te sembra scomparire; paura, perché non sai cosa si nasconde nel buio, non ci vedi e ciò ti spaventa.

Bianco al contrario vuol dire luce: il bianco della luna che illumina la notte, il bianco delle nuvole in cielo, la pace.

L’azzurro vuol dire infinito: il cielo azzurro ti dà la sensazione di infinito e allo stesso tempo ti fa sentire piccolo ma potente.

E poi il rosso: rabbia, sangue, amore, imbarazzo, fuoco, caldo, forza… potrei continuare all'infinito, vuol dire tante cose, esprime mille emozioni diverse, impossibili da spiegare a parole.

I miei colori preferiti sono proprio il rosso e l’azzurro, due colori che esprimono tante emozioni diverse.



Niccolò Grasso

Anche io, come Leo, ho dei momenti “di colore bianco”, che cerco di risolvere guardando la tv o giocando con la consolle, con i miei amici, oppure uscendo con loro (soprattutto d’estate!).

Ho anche dei momenti che non definirei proprio “bianchi”, li descriverei più “grigi”, cioè momenti di silenzio, noia, ma durante i quali faccio comunque qualcosa. Uno di questi è quando faccio i compiti, ma spesso li coloro con la musica! Quando mi annoio, ascolto un po’ di musica che mi rilassa e mi fa comunque rimanere concentrato su quello che faccio. La mia canzone preferita, che mi tira sempre su di morale, è Foglie al gelo di Francesco Gabbani.

Ogni tanto mi capitano dei momenti “arancioni”, quando sono insieme ad alcuni dei miei migliori amici ai quali voglio molto bene.

Anche se per ora non ho una ragazza, spero di avere prima o poi dei momenti “rossi” in futuro.

Spesso quando esco con i miei amici, mi capitano dei momenti “gialli”, che per me sono il divertimento. Facciamo delle gare in bici, ci fermiamo a riposarci, ridiamo facendo un po' di battute (spesso pessime). Altri momenti “gialli” per me sono le vacanze, che spesso si tingono di “blu”, come il mare, o di verde, come le montagne, o come quando vado ai parchi divertimento.





Mattia Incerti

Il giallo è il colpo di scena della vita, non si sa mai quando arriva, come i fulmini di un temporale, i lampi e la scossa che ti cambia la vita, oppure la luce che ti indica la strada.

Il rosso… c’è colore con più significato di questo? Io non credo, esso rappresenta mille cose alla volta come: la passione che ci dona la voglia di lavorare per i nostri sogni, l’amore, l’emozione più particolare di tutte che, se la si trova, si desidera mettere il tempo in slow motion… potrei andare avanti all’infinito con questo colore, ma è meglio passare al prossimo.

Il blu rappresenta l’infinito, come il mare, una distesa d’acqua impossibile da prosciugare, il cielo che dona la sensazione di essere uno dei tanti ammiratori del mondo, in più regala l’emozione di vivere in un sogno infinito.

Il verde è la vita che scorre davanti ai nostri occhi piano o veloce, dipende da come la si vede, ma rappresenta anche la speranza che ci motiva per raggiungere la vetta della vita. Il grigio rappresenta la mala sorte, gli inganni che ci fanno cadere in tranello verso la rovina: per evitare ciò bisogna vivere la vita con i colori che non si spengono mai.



Cecilia Lodi

Ogni sentimento ha un colore, secondo me sono così:

Il nero per la tristezza e la rabbia.

Il rosso per l’amore e l’amicizia, come il cuore, il sangue, le rose.

Il giallo per la felicità, come i girasoli e il sole che mi trasmettono calore.

L’azzurro per la voglia di fare, di scoprire, come il mare e il cielo che ci nascondono molte cose.

Il verde per la curiosità, come la natura che è piena di sorprese.



Michela Marmo

I colori nella mia vita sono fondamentali, basti pensare al fatto che da piccola associavo un colore a ogni materia… Ogni colore ha un significato per me speciale e unico: il bianco rappresenta il NULLA assoluto, non come per molti luce, tranquillità, ecc… ma il nulla, la solitudine, il vuoto e in un certo senso la paura.

Il nero al contrario ha sempre rappresentato (e prendetemi pure per psicopatica) la tranquillità: il buio mi tranquillizza, a volte mi spaventa, ma cosa c’è di meglio di spegnere la luce dopo una giornata intera passata a fare mille cose? Ve lo dico io: niente.

Passando a colori più “allegri”, arriviamo al rosa, il quale mi ispira bellezza, armonia e in qualche modo mi ricorda la mia infanzia (non che ora sia grande eh!), ma mi ricorda quel momento della mia, per ora ancora breve, vita in cui ero FISSATA con questo colore.

Passiamo al viola, uno dei miei colori preferiti: mi trasmette più che altro mistero, ma mi ricorda tanto la primavera e l’estate, dato che è il colore della lavanda che avevo nel mio giardino e con la quale facevo sacchetti profumati con mia madre…

Finalmente arriviamo all’azzurro e al blu, che per me rappresentano il mare, la libertà, il cielo, l’oceano e l’infinito: mi trasmettono un senso di sicurezza immenso, infatti amo queste tonalità.

Andando avanti arriviamo al verde, il quale mi ricorda semplicemente casa: il motivo è abbastanza banale, lo so: le pareti del soggiorno di casa mia sono verdi. Sì, ok, può sembrare sciocco, ma è così… anche se mi ricorda le montagne della mia amata valle dispersa nel nulla…

Il giallo, a differenza del verde, rappresenta il cambiamento, le avventure, il nuovo e in qualche modo anche mio fratello, specialmente perché biondo, ma anche perché molto più aperto di me a qualsiasi cambiamento. E per finire arriviamo al rosso: il rosso rappresenta la “separazione”: non so come spiegarlo, ma lo vedo come un voltare pagina, una fine o l'inizio della fine, chi lo sa….



Selena Menga

Il bianco rappresenta i miei momenti di calma o i momenti in cui sono distratta, perché nel bianco non vi è nulla e quando sono distratta penso al nulla.

Il nero rappresenta i momenti di solitudine, perché il nero è un colore in cui, quando ti ci perdi, non trovi più nessuno, nemmeno te stesso, ma rappresenta anche i momenti in cui io decido di stare da sola, perché con tante persone intorno a me mi sento a disagio: in quel momento il nero è un rifugio, dato che so che lì non mi troverà più nessuno.

Il viola è il colore che racchiude sia il nero che il bianco. È il colore che mi rappresenta, perché è vivace, come me quando sono felice, ma allo stesso tempo è scuro e rappresenta qualcosa simile al buio (il nero), come quando sono triste.

Il rosso è un colore che rappresenta la passione, l'amore in tutte le sue forme e la sofferenza, perché l'amore vero ha passione e perché il rosso per me è il "colore del sangue", dato che il sangue è rosso e diciamo che non ho una buona relazione col sangue.

L'azzurro è un colore che mi fa sentire a mio agio con me stessa e che mi fa riflettere, è un colore molto calmo, come il mare quando in spiaggia non c'è nessuno, se non te e i tuoi pensieri.



Alessandro Pacchioni

I colori della mia vita sono tanti e molto accesi e luminosi, perché sono un ragazzo solare e allegro.

Il rosso è l’amore, il calore che trasmettono i sentimenti, ma per me significa anche rabbia: quando mi arrabbio, divento un po' cattivello e a volte rispondo con prepotenza.

Il giallo per me è la passione che metti nel fare le cose che più ti piacciono, il bianco rappresenta purezza, onestà e sincerità, tutti sentimenti che sono nell’amicizia.

Il nero significa paura, solitudine: è un colore scuro, dove non puoi vedere nulla.

L’azzurro, che rappresenta l’infinito, per me è l’affetto che provo per i miei fratelli e i miei genitori... senza confini e immenso, che non avrà mai fine.