giovedì 5 novembre 2020

Riflessioni a margine... La 1^A si confronta con la creazione

L'adolescenza è l'età in cui sboccia la riflessione e in cui il mondo che ci circonda viene indagato con la mente e col cuore alla scoperta dei grandi temi della vita: essi contribuiscono, passo dopo passo, a rispondere al quesito sul mistero dell'universo e sull'identità della propria persona. Nell’ambito di una lezione dedicata all’analisi delle caratteristiche letterarie e poetiche del mito, la prof.ssa G. Pullè ha raccolto con interesse gli interventi della sua classe. Ecco come i ragazzi di 1^A hanno commentato alcuni passaggi del mito biblico della creazione... Sono riflessioni nate a margine dell'attività, ma che rimangono al centro del cuore di chi ha desiderio di leggerle.




In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno”. (Gen 1,1-5)

Se Dio controlla il giorno e la notte, significa che Dio ha il controllo del tempo. Nel tempo c’è già tutto. Quindi Dio aveva in sé tutto: era luce, tenebra, alberi, acqua, cielo, terra, uomo, donna … (Yuri Cuoghi Costantini)

Il fatto che Dio è senza tempo mi dà un senso di eternità e mi trasmette sicurezza, perché mi dà l’idea di un mondo e di una vita senza fine. La luce trasmette un senso di serenità, mi fornisce energie e mi rende felice, non mi piacerebbe un mondo buio, perché mi dà tristezza. La luce é vita, il buio è niente. (Paolo Zucchi)


E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie”. (Gen 1,11-12)

Dio voleva che il mondo non finisse mai, come Lui, e crea il ciclo della vita (Ilaria Bergonzini).


Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.” (Gen 1,24-25)

Dio faceva le cose con cura e non tanto per fare. Credeva in quello che creava e voleva che le sue creature facessero del bene l’una all’altra, come lui aveva fatto a loro (Sofia Guerzoni)


E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l'uomo a sua immagine; … Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona”. (Gen 1,26-27.31)

Quando Dio pensa all’uomo, Dio lo fa. Il momento è lo stesso, infatti l’essere umano è venuto al mondo senza fatica. Mi colpisce questo suo venire al mondo senza sforzo, quando invece sopravvivere o fare progressi è molto dura. Dio aveva detto all’uomo di dominare il creato, come faceva Lui, ma l’essere umano pensa a sottomettere e perde la sua somiglianza con Dio. Ultimo, ma non meno importante, è che Dio è stato stupefacente a creare una mente così complessa e intelligente come quella umana! (Caterina Nannetti)

Il bello Dio lo fa alla fine: più Dio crea, più aumenta in Lui l’amore! E così fa l’uomo, che è il meglio del Suo amore! Gli esseri umani sono quindi creature create per amare e hanno quindi una grande responsabilità (Sofia Guerzoni).


Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto”. (Gen 2,1-3)

L’essere umano deve prendere energie dal riposo, che diventa occasione non solo per ricevere ogni volta nuova forza per vivere, ma anche per riscoprire i propri affetti (Ilaria Bergonzini).

Dio non si riposa perché è stanco, ma perché ha fatto una cosa tanto bella che vuole passare del tempo a guardarla (Vanessa Pelliciari).

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