Lezione su Beethoven (di Sofia Guerzoni)
Il 16 novembre 2020 la 1^A ha partecipato ad una straordinaria lezione su Beethoven con la prof. di musica. Questa lezione è iniziata con il racconto della storia di Beethoven, per poi commentare e specificare bene alcuni episodi. Quindi si è iniziato, nei lunedì successivi, a lavorare sulle sinfonie composte da questo famoso musicista: in particolare sono state dedicate due lezioni alla 5ª sinfonia e alla 9ª sinfonia. Sulla 9ª abbiamo ascoltato particolarmente l’”Inno alla Gioia”, che abbiamo anche imparato e suonato tutti insieme in classe con i nostri strumenti. Sulla 5ª sinfonia abbiamo guardato due video: il primo vedeva l’animazione della musica rappresentata da uno o più slittini che salivano e scendevano, rallentando o accelerando in base alla musica. Il secondo ci mostrava un direttore d’orchestra che dirigeva il famoso attacco della sinfonia e noi avremmo poi dovuto provare a fare lo stesso, con la classe al posto dell’orchestra.
Infanzia di Beethoven (di Caterina Nannetti)
Beethoven discendeva da una famiglia di musicisti d'origine fiamminga. L'avo Ludwig venne a Bonn nel 1732, cantore prima, poi direttore d'orchestra del vescovo-elettore di Colonia; suo figlio, Johann, tenore e violinista presso la stessa corte, uomo disordinato e dedito all'alcool, ridusse la famiglia in condizioni disastrose. Da Magdalena Kewerich, vedova di un valletto di corte, ebbe sei figli, dei quali non sopravvissero che Ludwig, Kaspar e Nikolaus. L'infanzia di Beethoven fu triste e disagiata: il padre, il cui unico scopo era di sfruttare la disposizione musicale del ragazzo (che faceva esibire in pubblico), gli imponeva rudemente lunghe ore di esercizio sul cembalo e sul violino. Alle discipline musicali provvide dapprima il padre, poi il suo primo maestro: Gottlob Neefe. Il padre era un uomo alcolizzato e violento, così Ludwig, per aiutare la famiglia, iniziò a lavorare come musicista a soli 13 anni. Per trovare un po’ di pace si isolava nel meraviglioso boschetto che circondava Bonn e lì si rallegrava ascoltando i suoni della natura.
Vita da adulto di Beethoven (di Caterina Nannetti)
Beethoven, a circa 22 anni, si trasferì a Vienna dove incontrò Haydn, che esercitò un'influenza profonda e duratura sulla sua produzione. Dopo aver pubblicato i suoi primi Trio per piano, violino e violoncello sotto il nome di opus 1, e quindi le sue prime sonate per pianoforte, Beethoven diede il suo primo concerto pubblico il 29 marzo 1795. L'anno 1796 segnò una svolta nella vita del compositore: Ludwig iniziava a prendere coscienza della sua sordità e malgrado tentasse, in gran segreto, di arginarne il peggioramento con cure mediche, la stessa gradualmente divenne totale prima del 1820. La causa della sordità di Beethoven è rimasta sconosciuta: le ipotesi di una labirintite cronica, di una otospongiosi e della malattia ossea di Paget, sono state ampiamente discusse, ma nessuna è stata mai confermata. Si chiuse quindi in isolamento, per non rivelare in pubblico questa realtà vissuta in maniera drammatica.
Beethoven si fece una triste reputazione di misantropo, della quale soffrì, mantenendosi in rassegnato silenzio fino al termine della sua vita, consapevole che questa infermità avrebbe definitivamente distrutto la sua carriera pubblica di pianista virtuoso quale fino ad allora si era dimostrato. Dopo aver meditato, per sua stessa ammissione, anche il suicidio, si dedicò con nuovo slancio alla composizione, tentando di sfuggire ai mali che tormentavano la sua anima. In una lettera indirizzata ai fratelli espresse tutta la sua tristezza e la fede nella sua arte. Ludwig era aiutato da Maelzel, che gli costruiva padiglioni e altre invenzioni per sentirci un po' meglio. Beethoven morì a Vienna il 26 Marzo 1827, per colpa di una polmonite presa in una serata mentre stava tornando, in carrozza aperta, nella sua dimora. Il suo funerale fu fatto a Vienna il 29 Marzo 1827 e furono presenti più di 20.000 persone che dicevano “E’ morto il generale dei musicisti!”.
Frasi celebri di Beethoven
(di Ilaria Bergonzini, che ha curato anche le immagini)
La musica è una rivelazione più profonda di ogni saggezza e filosofia. Chi penetra il senso della mia musica potrà liberarsi dalle miserie in cui si trascinano gli altri uomini.
Noi, esseri finiti, personificazioni di uno spirito infinito, siamo nati per avere insieme gioie e dolori; e si potrebbe quasi dire che i migliori di noi raggiungono la gioia attraverso la sofferenza.
“Quello che è Lei, Principe, lo è per caso e per nascita, quello che sono io, lo sono per me stesso; di principi ce n’è e ce ne saranno ancora migliaia; di Beethoven ce n’è uno solo”.
PUPAZZI ANIMATI terza parte
(di Clarissa Piccirillo)
I peluche, quindi, non sapevano proprio che fare!!! Dopo qualche istante, però, notarono che stava arrivando un uomo con una “bacchetta” in mano, il quale aveva visto e capito tutto; i peluche non sapevano chi esso fosse, ma si fidarono. Costui disse che era Ludwig Van Beethoven. I peluche si presentarono tutti e chiesero a Beethoven, nella lingua dei segni (visto che era sordo), se cortesemente potesse far visita ai loro “padroni” (i ragazzi), affinché si distraessero un po’ “dal resto” grazie alla sua musica. A suon di musica, i peluche aggiustarono allora tutti i danni planetari, uno dopo l’altro: le guerre finirono, l’inquinamento sparì… Essi diventarono amici di Beethoven, che nei periodi successivi si fece vedere sempre più spesso.
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