mercoledì 30 dicembre 2020

News 1^A, notizie e storie di una magnifica classe - 4: "Auguri di buon anno nuovo!"

Concludiamo il nostro anno con un video della nostra 1^A, che vuole infonderci quella necessaria speranza per iniziare il 2021 ormai alle porte. AUGURI!!!




martedì 15 dicembre 2020

News 1A, notizie e storie di una magnifica classe - 3: speciali notizie su Beethoven!

Lezione su Beethoven (di Sofia Guerzoni)

Il 16 novembre 2020 la 1^A ha partecipato ad una straordinaria lezione su Beethoven con la prof. di musica. Questa lezione è iniziata con il racconto della storia di Beethoven, per poi commentare e specificare bene alcuni episodi. Quindi si è iniziato, nei lunedì successivi, a lavorare sulle sinfonie composte da questo famoso musicista: in particolare sono state dedicate due lezioni alla 5ª sinfonia e alla 9ª sinfonia. Sulla 9ª abbiamo ascoltato particolarmente l’”Inno alla Gioia”, che abbiamo anche imparato e suonato tutti insieme in classe con i nostri strumenti. Sulla 5ª sinfonia abbiamo guardato due video: il primo vedeva l’animazione della musica rappresentata da uno o più slittini che salivano e scendevano, rallentando o accelerando in base alla musica. Il secondo ci mostrava un direttore d’orchestra che dirigeva il famoso attacco della sinfonia e noi avremmo poi dovuto provare a fare lo stesso, con la classe al posto dell’orchestra.


Infanzia di Beethoven (di Caterina Nannetti)

Beethoven discendeva da una famiglia di musicisti d'origine fiamminga. L'avo Ludwig venne a Bonn nel 1732, cantore prima, poi direttore d'orchestra del vescovo-elettore di Colonia; suo figlio, Johann, tenore e violinista presso la stessa corte, uomo disordinato e dedito all'alcool, ridusse la famiglia in condizioni disastrose. Da Magdalena Kewerich, vedova di un valletto di corte, ebbe sei figli, dei quali non sopravvissero che Ludwig, Kaspar e Nikolaus. L'infanzia di Beethoven fu triste e disagiata: il padre, il cui unico scopo era di sfruttare la disposizione musicale del ragazzo (che faceva esibire in pubblico), gli imponeva rudemente lunghe ore di esercizio sul cembalo e sul violino. Alle discipline musicali provvide dapprima il padre, poi il suo primo maestro: Gottlob Neefe. Il padre era un uomo alcolizzato e violento, così Ludwig, per aiutare la famiglia, iniziò a lavorare come musicista a soli 13 anni. Per trovare un po’ di pace si isolava nel meraviglioso boschetto che circondava Bonn e lì si rallegrava ascoltando i suoni della natura.


Vita da adulto di Beethoven (di Caterina Nannetti)

Beethoven, a circa 22 anni, si trasferì a Vienna dove incontrò Haydn, che esercitò un'influenza profonda e duratura sulla sua produzione. Dopo aver pubblicato i suoi primi Trio per piano, violino e violoncello sotto il nome di opus 1, e quindi le sue prime sonate per pianoforte, Beethoven diede il suo primo concerto pubblico il 29 marzo 1795. L'anno 1796 segnò una svolta nella vita del compositore: Ludwig iniziava a prendere coscienza della sua sordità e malgrado tentasse, in gran segreto, di arginarne il peggioramento con cure mediche, la stessa gradualmente divenne totale prima del 1820. La causa della sordità di Beethoven è rimasta sconosciuta: le ipotesi di una labirintite cronica, di una otospongiosi e della malattia ossea di Paget, sono state ampiamente discusse, ma nessuna è stata mai confermata. Si chiuse quindi in isolamento, per non rivelare in pubblico questa realtà vissuta in maniera drammatica.

Beethoven si fece una triste reputazione di misantropo, della quale soffrì, mantenendosi in rassegnato silenzio fino al termine della sua vita, consapevole che questa infermità avrebbe definitivamente distrutto la sua carriera pubblica di pianista virtuoso quale fino ad allora si era dimostrato. Dopo aver meditato, per sua stessa ammissione, anche il suicidio, si dedicò con nuovo slancio alla composizione, tentando di sfuggire ai mali che tormentavano la sua anima. In una lettera indirizzata ai fratelli espresse tutta la sua tristezza e la fede nella sua arte. Ludwig era aiutato da Maelzel, che gli costruiva padiglioni e altre invenzioni per sentirci un po' meglio. Beethoven morì a Vienna il 26 Marzo 1827, per colpa di una polmonite presa in una serata mentre stava tornando, in carrozza aperta, nella sua dimora. Il suo funerale fu fatto a Vienna il 29 Marzo 1827 e furono presenti più di 20.000 persone che dicevano “E’ morto il generale dei musicisti!”.


Frasi celebri di Beethoven

(di Ilaria Bergonzini, che ha curato anche le immagini)

  • La musica è una rivelazione più profonda di ogni saggezza e filosofia. Chi penetra il senso della mia musica potrà liberarsi dalle miserie in cui si trascinano gli altri uomini.

  • Noi, esseri finiti, personificazioni di uno spirito infinito, siamo nati per avere insieme gioie e dolori; e si potrebbe quasi dire che i migliori di noi raggiungono la gioia attraverso la sofferenza.

  • Quello che è Lei, Principe, lo è per caso e per nascita, quello che sono io, lo sono per me stesso; di principi ce n’è e ce ne saranno ancora migliaia; di Beethoven ce n’è uno solo”.


PUPAZZI ANIMATI terza parte

(di Clarissa Piccirillo)

I peluche, quindi, non sapevano proprio che fare!!! Dopo qualche istante, però, notarono che stava arrivando un uomo con una “bacchetta” in mano, il quale aveva visto e capito tutto; i peluche non sapevano chi esso fosse, ma si fidarono. Costui disse che era Ludwig Van Beethoven. I peluche si presentarono tutti e chiesero a Beethoven, nella lingua dei segni (visto che era sordo), se cortesemente potesse far visita ai loro “padroni” (i ragazzi), affinché si distraessero un po’ “dal resto” grazie alla sua musica. A suon di musica, i peluche aggiustarono allora tutti i danni planetari, uno dopo l’altro: le guerre finirono, l’inquinamento sparì… Essi diventarono amici di Beethoven, che nei periodi successivi si fece vedere sempre più spesso.

venerdì 11 dicembre 2020

Malala: il coraggio per la scuola

di Denise Corcione 2^B

Malala è una ragazza pakistana che grazie al suo coraggio ha lottato per il diritto all'istruzione di tutte le bambine, le ragazze e le donne. Proprio per questo nel 2014 ha ricevuto il premio Nobel per la pace.
Con questo mio video ho voluto riflettere su quanto siano crudeli certe persone e sulla forza d'animo di una semplice ragazza che ha insegnato a tutti a non arrendersi mai.





giovedì 10 dicembre 2020

lunedì 7 dicembre 2020

TELEC: il telegiornale della 2^C

La prof.ssa di musica S. Aceranti ha voluto sperimentare in modo educativo, ma altrettanto divertente, il genere del telegiornale, coinvolgendo la 2^C in una parodia che, se da un lato ha reso consapevoli i ragazzi dei mezzi della comunicazione sociale, dall’altro li ha fatti diventare più uniti come classe, attraverso un po’ di comicità, che non guasta mai.

Riportiamo i pareri che hanno rilasciato i nostri ragazzi a riguardo di questa bella esperienza.

COSA ABBIAMO APPRESO DA QUESTO

È stato un lavoro faticoso e impegnativo per tutti con qualche difficoltà nel procedere”.

Siamo una classe molto unita e questi “programmi” che abbiamo realizzato ci hanno aiutato ad ascoltarci e a divertirci, in questo periodo nuovo per tutti, dando un po’ di allegria e di speranza”.

Ci ha aiutato nell’essere determinati e a proseguire nei nostri progetti e in quello che crediamo”.

Ci ha aiutato ad esporci, anche se eravamo un po’ emozionati, e a combattere la nostra timidezza, dando spazio alla nostra fantasia e alla voglia di fare”.

Tutto questo ci ha aiutato davvero tanto: ringraziamo la nostra prof. per averci fatto realizzare questo programma, che si è rivelato qualcosa di emozionante e divertente per tutti”.

VIDEO EDITATO DA

Giulia Viaggi

VIDEO REGISTRATI DA

Alessia Berveglieri

Alex Ronchetti

Tommaso Barbi

ATTORI

Edoardo Faglioni

Lucia Marzio

Lorenzo Baraldi

Gabriele Caruso

Alex Ronchetti 

N.B. Tutti i video sono stati girati prima delle disposizioni sanitarie che obbligavano all'uso continuo della mascherina per tutta la permanenza a scuola.


Clicca QUI per vedere il TELEGIORNALE






venerdì 4 dicembre 2020

Berthe Morisot e le donne nell'arte

Il 25 novembre si è celebrata la "Giornata mondiale contro la violenza sulle donne": nella nostra scuola sono state organizzate diverse iniziative per sensibilizzare le classi su questo problema. Vogliamo sottolinearne una in particolare, perché ha uno speciale tocco... d'arte. Con questa attività le classi terze, guidate dalla prof.ssa C. Bonfatti, hanno voluto mettere in evidenza le difficoltà della vita per le donne nell’Ottocento, relegate al ruolo di mogli e madri. Il mondo dell’Arte, infatti, era in prevalenza maschile e le giovani donne non potevano iscriversi all’Accademia di Belle Arti. Berthe Morisot fu l’unica donna del gruppo “Impressionista”: lottò sicuramente contro quelli che volevano le donne relegate al focolare domestico e lo fece con le potenti armi della pittura e del colore.

Proponiamo un video di Diego Melangola di 3^B e diverse analisi dei dipinti dell'autrice.




LA CULLA (lettura dell'opera di Rebecca Bertoni 3^B)



Data:1872

Tecnica: Olio su tela

Collocazione: Museo d’Orsay

Descrizione: Nel quadro ci sono due soggetti, uno che osserva l’altro. Vengono raffigurate la sorella di Berthe Morisot e la figlia di essa. Il colore prevalente è il bianco rosato: il bianco, simbolo di purezza, e il rosa, perché la bimba è una femmina. La pittutra non è en plein air, perché non è realizzata all’aperto, ma al chiuso, probabilmente in una casa. Il dipinto sembra impressionista per le sue pennellate veloci e a tratti secche: si vede che l'autrice vuole esprimere l’amore che prova questa madre per la figlia. I contorni della madre non sono ben definiti, ma quelli della figlia (forse perché coperti dal velo) sono ben calcati. Si vede che la pittrice è riuscita egregiamente nel far vedere la trasparenza del tessuto che ricopre la culla. La luce viene dalla parte alta al centro con un'inclinazione obliqua da centro-sinistra verso destra, illuminando bene la culla e mettendo abbastanza in ombra la madre.

Commento: Credo che questa pittrice abbia un forte senso di volontà e credo che, per una donna dell’epoca, sia anche molto innovativa e moderna. Come stile la sua pittura mi piace molto e riesco a percepire l'emozione che voleva suscitare nel dipinto, quindi ha sempre fatto un buon lavoro. Usando dei temi molto femminili di allora, come la figlia o la vita domestica, credo che un pubblico femminile riesca a capire meglio il suo pensiero e le sue emozioni. Mi spiace molto che il suo amore non sia stato corrisposto da Edouard Monet.

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LA CULLA (lettura dell'opera di Giulia Lugli 3^C)

Data: 1872

Tecnica: Olio su tela

Collocazione: Musée d’Orsay, Parigi

Descrizione: Viene raffigurata la sorella Edma che guarda dormire la figlioletta Blanche. Con quest’opera la Morisot partecipò nel 1874 all’esposizione impressionista. Berthe vuole cogliere l’attimo attraverso il gesto della madre, che sposta lievemente il velo per coprire la bambina. L’atmosfera è calma e la tonalità chiara, dove predomina il colore bianco.

Commento personale: Trovo che questo dipinto sia importante dal punto di vista del significato, perché mostra l’amore tra i due soggetti rappresentati; anche dal punto di vista estetico è una bella opera a mio parere. Penso che l’autrice sia stata un importante esempio per le donne del tempo e di sicuro una figura molto dotata artisticamente.



LE CERISIER (lettura dell'opera di Alessandro Bulgarelli 3^C)


Data: 1891

Tecnica: Olio su tela

Collocazione: Parigi, Musée Marmottan

Breve descrizione: La scena che il quadro raffigura sembra naturale, ma in realtà è stata studiata e meditata. Il dipinto è stato elaborato in un periodo di difficoltà, tra la malattia e la morte del marito dell'autrice, cosa che lo spettatore non può immaginare, osservando questo dipinto. I colori sono per la maggior parte freddi e la pittrice utilizza delle pennellate lunghe. L'opera raffigura la nipote di Berthe, in primo piano, e la figlia Julie, che in un secondo momento è stata sostituita da una modella.

Commento personale: Questo dipinto mi è piaciuto, perché mi ricorda la pianta di ciliegio che ho a casa mia: infatti raccogliere le ciliegie per me è un’azione che mi riporta alla primavera e alla bella stagione. In termini più generali quello che mi ha colpito di Berthe Morisot è il coraggio che ha avuto nell'affermarsi in un mondo di pittori uomini, dove le donne dovevano dedicarsi solo alle attività domestiche. Per quello che riguarda le sue opere mi ha colpito, inoltre, il fatto che ha dipinto molte donne.


IL GIARDINO DI BOUGIVAL (lettura dell’opera di Elena Giovannini 3^A)


 Data: 1893

Tecnica: olio su tela

Collocazione: Musée Marmottan, Parigi

Breve descrizione: in questo quadro, Berthe rappresenta in primo piano un giardino, di cui si notano particolarmente le tre rose rosse collocate al centro del dipinto. La velocità delle pennellate e la loro "indelicatezza", riportano alle caratteristiche degli impressionisti di cui l’artista faceva parte. I colori variano dal più chiaro verde al violetto, per poi passare alle diverse tonalità di azzurro del cielo sullo sfondo. In primo piano, oltre alle rose, sembra che ci sia una porta e che l’artista avesse anche provato a crearne l’ombra usando il violetto. Al centro del quadro si concentrano tutti i colori più vivaci e vividi, che avvicinandosi alla cornice, si fanno più chiari.

Commento personale: questo quadro, con i suoi colori, riesce a trasmettermi una felicità immensa. Le pennellate, anche se veloci e imprecise, trasmettono tranquillità e si possono quasi percepire i movimenti del polso della Morisot mentre dipingeva. Trovo che questa donna abbia affrontato molte ingiustizie nella sua vita e le continui a ricevere attualmente, a causa del suo sesso e dei pregiudizi della società. Ma questo non le ha mai fatto smettere di dipingere, infatti lei ha continuato quasi fino alla sua morte. Perciò la considero un esempio e una persona che non si merita di essere dimenticata, mentre citiamo i vari artisti che presero parte al movimento degli impressionisti. E' bensì una donna di cui il coraggio e il talento dovrebbero essere scritti nei libri di storia.