martedì 12 maggio 2020

Quando tutto era agli inizi: le reazioni di un "cittadino" maturo


E' appena arrivato in redazione un resoconto degli inizi, di quando la pandemia era appena cominciata e molti si lasciavano prendere dal panico, non capendo bene cosa pensare, o semplicemente agivano da irresponsabili, non rendendosi conto della situazione. Era il 7 di marzo e Lorenzo Lugli di 3^C aveva le idee molto chiare: fra qualche anno potremo rileggere le sue parole e capire cosa sono stati questi mesi e cosa significa sentirsi un "cittadino" del nostro bellissimo Paese. In quei giorni la prof.ssa Pullè dava da svolgere questo tema:
Nei momenti di crisi sociale, l’essere umano è messo di fronte al cambiamento (la parola “crisi”, dal greco, ha in sé il significato di “cambiamento”) ed è chiamato a reagire. A volte, proprio dai periodi di crisi, nascono le svolte storiche, perché, quando le comunità sociali si rendono conto di non farcela, spesso sono costrette dagli eventi a riprogettare la loro esistenza. Argomentando la tua posizione, scrivi un testo alla luce dei recenti fatti che vedono in primo piano questa nuova epidemia che sta colpendo la nostra società.

Leggiamo l'opinione di Lorenzo...



Nelle ultime settimane la nostra vita è stata sconvolta dall’arrivo improvviso anche in Italia del Coronavirus.
Si tratta di una malattia respiratoria estremamente contagiosa che in alcuni casi può essere mortale, soprattutto per gli anziani o per chi ha già malattie. Sono state approvate dal Governo leggi molto restrittive per tutelare la nostra salute e per evitare al massimo il contagio. Queste regole affermano che tutte le scuole di ogni ordine e grado (dall’asilo nido alle università) devono rimanere chiuse, gli spostamenti devono essere ridotti al minimo e bisogna evitare qualsiasi assembramento di persone (per esempio fiere, stadi, cinema, feste ecc.). In poche parole dobbiamo rimanere a casa e cercare di evitare il più possibile ogni tipo di contatto fisico.
Prima la Cina e ora l’Italia sono state prese di mira dal disprezzo delle altre nazioni, perché accusate di essere colpevoli di aver diffuso la malattia. Molti, per esempio, hanno smesso di comprare prodotti italiani e non hanno più scelto l’Italia come meta turistica, provocando un grave danno per la nostra economia, dato che il turismo è una risorsa essenziale.
Tutto questo sembra distruggere le fondamenta della nostra sicurezza che, fino a poco tempo fa, affermava la nostra supremazia sul pianeta. Un essere microscopico è riuscito a danneggiare gravemente la nostra economia e ci fa mettere uno contro l’altro.
Questa fobia nei confronti degli altri (siano persone o Stati) ricorda molto quanto detto dal Manzoni ne “I promessi sposi” a proposito dell’impatto della peste sul vivere civile. In fondo anche se sono passati secoli l’animo umano resta sempre lo stesso e uguali sono le paure, le irrazionalità e le speranze. Insomma, in poche parole, il Coronavirus ci ha messo in ginocchio facendoci sentire impotenti: infatti, nonostante tutte le norme di sicurezza, l’Italia è uno dei paesi con più contagiati al mondo.
Io credo che da tutta questa situazione sia possibile uscirne in modo positivo, se la vediamo come un’opportunità di cambiamento.
Una vita più ritirata ci consente di riscoprire il piacere della lettura di un buon libro, del chiacchierare con la propria famiglia, dei vecchi giochi di società o da tavolo, dei mezzi elettronici come la TV o i videogame ecc. Forse addirittura l’economia potrebbe pensare ad un mutamento intrinseco ovvero a quello di cambiare i propri obiettivi e rallentare, senza avere sempre orizzonti di crescita massima come scopo principale. Questa quarantena può essere un modo per valorizzare tipologie di lavoro (come lo smart working) che permettano alle persone un ritmo più rispettoso delle esigenze personali e familiari.
La stessa scuola si sta reinventando, utilizzando al massimo i mezzi offerti dalla moderna tecnologia. Si può rimanere in contatto con i propri professori via mail, ricevere materiale utile per i compiti, ascoltare lezioni tramite messaggi vocali. Tutto questo lo sto vivendo in prima persona e mi permette di sentirmi ancora nel mondo della scuola, anche se la mancanza del contatto umano con i compagni e gli insegnanti si fa sentire. I più pessimisti potrebbero sostenere che tutto ciò non è sufficiente per superare questo periodo e tornare di nuovo ad una situazione di normalità. Io replico invece dicendo che la storia ha dimostrato più volte che una società colpita da gravi calamità può riprendersi, addirittura migliorando la propria situazione rispetto al passato.
Possiamo pensare a come l’Europa intera, colpita nel Trecento dalla grande epidemia di peste nera, sia riuscita a riprendersi sia da un punto di vista demografico sia economico, aprendo le porte al progresso tecnologico e culturale del Quattrocento.
Anche l’Italia del Seicento, colpita dalla peste bubbonica così ben descritta da Manzoni, ha saputo aprirsi ad una nuova stagione di crescita.
Diciamo solo che in ogni occasione negativa si può trovare un lato positivo e il modo per superarla.
L’importante è non perdere la fiducia, non farsi prendere dall’angoscia e pensare che dopo un periodo di difficoltà si può tornare a vivere sereni.
Ho trovato una bella frase di Gandhi che invita alla speranza e credo sia un buon consiglio per tenere alto il morale in questi giorni di reclusione forzata e notizie sconfortanti.
Mantieni i tuoi pensieri positivi, perché i tuoi pensieri diventano parole. Mantieni le tue parole positive, perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti. Mantieni i tuoi comportamenti positivi, perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini. Mantieni le tue abitudini positive, perché le tue abitudini diventano i tuoi valori. Mantieni i tuoi valori positivi, perché i tuoi valori diventano il tuo destino”.
Come abbiamo superato ed annullato gli effetti del terremoto di otto anni fa, sono convinto che potremo superare anche questa difficoltà che è destinata, come tutto, prima o poi a concludersi.


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