E'
appena arrivato in redazione un resoconto degli inizi, di quando la
pandemia era appena cominciata e molti si lasciavano prendere dal
panico, non capendo bene cosa pensare, o semplicemente agivano da
irresponsabili, non rendendosi conto della situazione. Era il 7 di
marzo e Lorenzo Lugli di 3^C aveva le idee molto chiare: fra qualche
anno potremo rileggere le sue parole e capire cosa sono stati questi
mesi e cosa significa sentirsi un "cittadino" del nostro
bellissimo Paese. In quei giorni la prof.ssa Pullè dava da svolgere
questo tema:
“Nei
momenti di crisi sociale, l’essere umano è messo di fronte al
cambiamento (la parola “crisi”, dal greco, ha in sé il
significato di “cambiamento”) ed è chiamato a reagire. A volte,
proprio dai periodi di crisi, nascono le svolte storiche, perché,
quando le comunità sociali si rendono conto di non farcela, spesso
sono costrette dagli eventi a riprogettare la loro esistenza.
Argomentando
la tua posizione,
scrivi un testo alla
luce dei recenti fatti che vedono in primo piano questa nuova
epidemia che sta colpendo la nostra società.”
Leggiamo
l'opinione di Lorenzo...
Nelle
ultime settimane la nostra vita è stata sconvolta dall’arrivo
improvviso anche in Italia del Coronavirus.
Si
tratta di una malattia respiratoria estremamente contagiosa che in
alcuni casi può essere mortale, soprattutto per gli anziani o per
chi ha già malattie. Sono state approvate dal Governo leggi molto
restrittive per tutelare la nostra salute e per evitare al massimo il
contagio. Queste regole affermano che tutte le scuole di ogni ordine
e grado (dall’asilo nido alle università) devono rimanere chiuse,
gli spostamenti devono essere ridotti al minimo e bisogna evitare
qualsiasi assembramento di persone (per esempio fiere, stadi, cinema,
feste ecc.). In poche parole dobbiamo rimanere a casa e cercare di
evitare il più possibile ogni tipo di contatto fisico.
Prima
la Cina e ora l’Italia sono state prese di mira dal disprezzo delle
altre nazioni, perché accusate di essere colpevoli di aver diffuso
la malattia. Molti, per esempio, hanno smesso di comprare prodotti
italiani e non hanno più scelto l’Italia come meta turistica,
provocando un grave danno per la nostra economia, dato che il turismo
è una risorsa essenziale.
Tutto
questo sembra distruggere le fondamenta della nostra sicurezza che,
fino a poco tempo fa, affermava la nostra supremazia sul pianeta. Un
essere microscopico è riuscito a danneggiare gravemente la nostra
economia e ci fa mettere uno contro l’altro.
Questa
fobia nei confronti degli altri (siano persone o Stati) ricorda molto
quanto detto dal Manzoni ne “I promessi sposi” a proposito
dell’impatto della peste sul vivere civile. In fondo anche se sono
passati secoli l’animo umano resta sempre lo stesso e uguali sono
le paure, le irrazionalità e le speranze. Insomma, in poche parole,
il Coronavirus
ci ha messo in ginocchio facendoci sentire impotenti: infatti,
nonostante tutte le norme di sicurezza, l’Italia è uno dei paesi
con più contagiati al mondo.
Io
credo che da tutta questa situazione sia possibile uscirne in modo
positivo, se la vediamo come un’opportunità di cambiamento.
Una
vita più ritirata ci consente di riscoprire il piacere della lettura
di un buon libro, del chiacchierare con la propria famiglia, dei
vecchi giochi di società o da tavolo, dei mezzi elettronici come la
TV o i videogame ecc. Forse addirittura l’economia potrebbe pensare
ad un mutamento intrinseco ovvero a quello di cambiare i propri
obiettivi e rallentare, senza avere sempre orizzonti di crescita
massima come scopo principale. Questa quarantena può essere un modo
per valorizzare tipologie di lavoro (come lo smart
working)
che permettano alle persone un ritmo più rispettoso delle esigenze
personali e familiari.
La
stessa scuola si sta reinventando, utilizzando al massimo i mezzi
offerti dalla moderna tecnologia. Si può rimanere in contatto con i
propri professori via mail, ricevere materiale utile per i compiti,
ascoltare lezioni tramite messaggi vocali. Tutto questo lo sto
vivendo in prima persona e mi permette di sentirmi ancora nel mondo
della scuola, anche se la mancanza del contatto umano con i compagni
e gli insegnanti si fa sentire. I più pessimisti potrebbero
sostenere che tutto ciò non è sufficiente per superare questo
periodo e tornare di nuovo ad una situazione di normalità. Io
replico invece dicendo che la storia ha dimostrato più volte che una
società colpita da gravi calamità può riprendersi, addirittura
migliorando la propria situazione rispetto al passato.
Possiamo
pensare a come l’Europa intera, colpita nel Trecento dalla grande
epidemia di peste nera, sia riuscita a riprendersi sia da un punto di
vista demografico sia economico, aprendo le porte al progresso
tecnologico e culturale del Quattrocento.
Anche
l’Italia del Seicento, colpita dalla peste bubbonica così ben
descritta da Manzoni, ha saputo aprirsi ad una nuova stagione di
crescita.
Diciamo
solo che in ogni occasione negativa si può trovare un lato positivo
e il modo per superarla.
L’importante
è non perdere la fiducia, non farsi prendere dall’angoscia e
pensare che dopo un periodo di difficoltà si può tornare a vivere
sereni.
Ho
trovato una bella frase di Gandhi che invita alla speranza e credo
sia un buon consiglio per tenere alto il morale in questi giorni di
reclusione forzata e notizie sconfortanti.
“Mantieni
i tuoi pensieri positivi, perché i tuoi pensieri diventano parole.
Mantieni le tue parole positive, perché le tue parole diventano i
tuoi comportamenti. Mantieni i tuoi comportamenti positivi, perché i
tuoi comportamenti diventano le tue abitudini. Mantieni le tue
abitudini positive, perché le tue abitudini diventano i tuoi valori.
Mantieni i tuoi valori positivi, perché i tuoi valori diventano il
tuo destino”.
Come
abbiamo superato ed annullato gli effetti del terremoto di otto anni
fa, sono convinto che potremo superare anche questa difficoltà che è
destinata, come tutto, prima o poi a concludersi.
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