Caro amico e cara amica,
per un attimo immagina che sia seduta vicino a te, sono la tua compagna di banco. Quella persona che, quando non la conosci bene, guardi in modo un po’ strano e a cui rubi le penne. Spesso si parte con un “ma chi me lo fa fare?!” e si finisce col diventare grandi amici.
Purtroppo però devo dirti che a me non è sempre capitato. Non perché non sarebbe stato possibile, tutt’altro! Il problema erano le malelingue.
Sono sempre stata riservata riguardo a quello che penso sulle altre persone. Questo perché avevo paura di tagliarmi i ponti. Ci hanno pensato gli altri a farlo per me, dicendo alle persone cose che io solo molto teoricamente dicevo di loro.
Ci sono dei periodi in cui mi allontano da alcune persone, se no esplodo. Quello era il momento in cui a questo tipo di persone arrivavano all’orecchio i miei presunti giudizi.
Mi sono trovata da sola. Se tu in questo momento ti senti solo, non ti abbattere, stai solamente cercando attenzioni dalla parte sbagliata. Vedrai che se guardi bene, troverai un amico vero che non ti volterà le spalle. Se sei a scuola, invece, parlane con un professore che ti ispira fiducia… ti saprà consigliare come uscirne. Io, ad esempio, ne sono uscita cercando amici fuori e parlandone con alcuni miei professori.
Prima di trovare la luce in fondo al tunnel però, ho sofferto molto. Credevo che nessuno lo notasse e d’altra parte io non mi impegnavo per farlo vedere. Non volevo darla vinta a chi mi feriva. Un professore se n’è accorto. Ero interrogata e, per quanto avessi studiato, non ricordavo nulla. La situazione era pesante, perché chi mi feriva era interrogato con me e, ad ogni domanda che mi veniva fatta e a cui io non sapevo rispondere, cercava di infierire. Il prof. mi ha rimandata a posto: quando credevo che mi avrebbe dato il voto, ha aperto invece un colloquio lungo quasi due ore in cui mi ha detto che capiva la mia situazione e che mi avrebbe risentita un'altra volta. Da lì ho iniziato a rialzarmi, anche grazie alla sua spinta e ai suoi consigli.
Se stai infierendo su un tuo compagno ora, fermati. Non sai e non saprai mai quanto male tu gli stia infliggendo: spesso lasci delle ferite che poi non si rimarginano. Lo so, non sei tu e magari l’altro lo merita per non so quale macabro motivo tu ti sia messo in testa. Ma credo che nessuno si meriti di addormentarsi in lacrime, perché crede di non essere abbastanza.
E se ti succede, invece, di subire atti di bullismo, non ti sentire debole nel parlarne con qualcuno: a tutti può capitare. Hai solo bisogno che qualcuno ti dica che sei prezioso, perché – fidati- è così! A volte serve che qualcuno ci prenda per mano e ci faccia capire che non abbiamo solo cose che non vanno e che ci sono altrettante cose belle.
Alla base di tutto deve sempre esserci il rispetto. Non dico che ti devono stare simpatici tutti, non sarebbe realistico. Dico solo che trattare male una persona e umiliarla non è il modo migliore per sentirsi meglio. Prima o poi al suo posto ci potresti essere tu. Non è una frase fatta o una banalità, ma la realtà delle cose. Puoi essere un/una ragazzo/a in gamba, ma se cambi microcosmo, cambiano anche gli schemi e potresti trovarti tu nella situazione di cercare di non implodere sotto lo sguardo di tutti.
Sei ancora in tempo, tendi la mano a chi sai che sta male. Non sei uno sfigato, sei una gran bella persona. Fregatene del giudizio degli altri: fare squadra come classe significa far vedere a chi non lo sa ancora che c’è una via diversa. Una via più umana, che tutti possono prendere. Sta’ di meno dietro ad uno schermo e guarda più spesso negli occhi gli altri. Lo schermo disumanizza, gli occhi, se entrano in altri occhi, sanno far vibrare quelle corde dell’anima apparentemente invisibili.
Cari ragazzi, care ragazze, vogliate bene e fatevi voler bene da chi vi sta a cuore! Sono gli anni migliori della vostra vita, non fateveli rovinare e non rovinateli a nessuno.
La luce in fondo al tunnel si vede, ve lo assicuro, e pensate fuori dagli schemi: a volte, non è così male!
Con affetto,
Sara
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