Sara è una ragazza che ha appena terminato le scuole superiori: intelligente, amante della vita e con la passione per la scrittura, ma... come molti adolescenti come te, vittima del bullismo.
Il prof. Golinelli le ha chiesto di mettere a frutto il suo talento e scrivere un racconto di fantasia, immaginandosi una storia di ordinario cyberbullismo per far riflettere i ragazzi della scuola secondaria di primo grado su quelle dinamiche di esclusione e violenza informatica che purtroppo, con l'era dei social, stanno diventando sempre più comuni. E' un modo per riflettere in classe sulla figura del cyber-bullo e della cyber-vittima, sull'utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale, sui modi per uscire da quella terribile catena che molto spesso, per esasperazione, fa sì che la vittima si trasformi in ciò che ha subito.
Il podcast che il nostro blog propone è letto dall'autrice, la quale ha scritto per i nostri ragazzi anche una bella lettera sul bullismo, che ti proponiamo di seguito.
E tu cosa pensi del cyberbullismo? Qual è il modo più intelligente e saggio per uscire da questa situazione? Parlane con i tuoi amici, con i tuoi genitori e con i tuoi insegnanti!
Lettera contro il bullismo
Caro amico e cara amica,
per
un attimo immagina che sia seduta vicino a te, sono la tua compagna
di banco. Quella persona che, quando non la conosci bene, guardi in
modo un po’ strano e a
cui rubi le penne. Spesso
si parte con un “ma chi me lo fa fare?!” e si finisce col diventare
grandi amici.
Purtroppo
però devo dirti che a me non è sempre capitato. Non perché non
sarebbe stato possibile, tutt’altro! Il problema erano le
malelingue.
Sono
sempre stata riservata riguardo a quello che penso sulle altre
persone. Questo perché avevo paura di tagliarmi i ponti. Ci hanno
pensato gli altri a farlo per me, dicendo alle persone cose che io
solo molto
teoricamente dicevo di loro.
Ci
sono dei periodi in cui mi allontano da alcune persone, se no
esplodo. Quello era il momento in cui a questo
tipo di persone arrivavano
all’orecchio i miei presunti giudizi.
Mi
sono trovata da sola. Se tu in questo momento ti senti solo, non ti
abbattere, stai solamente cercando attenzioni dalla parte sbagliata.
Vedrai che se guardi bene, troverai un amico vero che non ti volterà
le spalle. Se sei a scuola, invece, parlane con un professore che ti
ispira fiducia… ti saprà consigliare come uscirne. Io, ad esempio,
ne sono uscita cercando amici fuori e parlandone con alcuni miei
professori.
Prima
di trovare la luce in fondo al tunnel però, ho sofferto molto.
Credevo che nessuno lo notasse e d’altra parte io non mi impegnavo
per farlo vedere. Non volevo darla vinta a chi mi feriva. Un
professore se n’è accorto. Ero interrogata e, per quanto avessi
studiato, non ricordavo nulla. La situazione era pesante, perché chi
mi feriva era interrogato con me e, ad ogni domanda che mi veniva
fatta e a cui io non sapevo rispondere, cercava di infierire. Il
prof. mi ha rimandata a
posto: quando credevo che mi avrebbe dato il voto, ha aperto invece
un colloquio lungo quasi due ore in cui mi ha detto che capiva la mia
situazione e che mi avrebbe risentita un'altra volta. Da lì ho iniziato a rialzarmi, anche grazie alla sua spinta e ai suoi consigli.
Se
stai infierendo su un tuo compagno ora, fermati. Non sai e non saprai
mai quanto male tu gli stia infliggendo: spesso lasci delle ferite
che poi non si rimarginano. Lo so, non sei tu e magari l’altro lo
merita per non so quale macabro motivo tu ti sia messo in testa. Ma
credo che nessuno si meriti di addormentarsi in lacrime, perché
crede di non essere abbastanza.
E
se ti succede, invece, di subire atti di bullismo, non ti sentire debole nel parlarne con qualcuno: a
tutti può capitare. Hai solo bisogno che qualcuno ti dica che sei
prezioso, perché – fidati- è così! A volte serve che qualcuno
ci prenda per mano e ci faccia capire che non abbiamo solo cose che
non vanno e che ci sono altrettante cose belle.
Alla
base di tutto deve sempre esserci il rispetto. Non dico che ti devono
stare simpatici tutti, non sarebbe realistico. Dico solo che trattare
male una persona e
umiliarla
non è il modo migliore per sentirsi meglio. Prima o poi al suo posto
ci potresti essere tu. Non è una frase fatta o una banalità, ma la
realtà delle cose. Puoi essere un/una ragazzo/a in gamba, ma se
cambi microcosmo, cambiano anche gli schemi e potresti trovarti tu
nella situazione di cercare di non implodere sotto lo sguardo di
tutti.
Sei
ancora in tempo, tendi la mano a chi sai che sta male. Non sei uno
sfigato, sei una gran bella persona. Fregatene del giudizio degli
altri: fare squadra come classe significa far vedere a chi non lo sa
ancora che c’è una via diversa. Una via più umana, che tutti
possono prendere. Sta’ di
meno dietro ad uno schermo e
guarda più spesso
negli occhi gli altri.
Lo schermo disumanizza, gli occhi, se entrano in altri occhi, sanno
far vibrare quelle corde dell’anima apparentemente invisibili.
Cari
ragazzi, care ragazze, vogliate
bene e fatevi voler bene da chi vi sta a cuore! Sono gli anni
migliori della vostra vita, non fateveli rovinare e non rovinateli a
nessuno.
La
luce in fondo al tunnel si vede, ve lo assicuro, e pensate
fuori dagli schemi: a volte, non è così male!
Con
affetto,
Sara