giovedì 8 settembre 2022

Metti un giorno...


Avete presente un corso di formazione? Ecco, cominciate con l’abbandonare le immagini che l’espressione generalmente evoca: ambienti chiusi, relatori ingessati, tempi lunghi… Ore 7:00 del mattino si parte per la montagna, lì sarà il nostro corso di formazione. Un corso sulla comunicazione efficace che già di comunicativo ed efficace ha il panorama che si presenta ai nostri occhi quando scendiamo dal pullman. Cimone e Cimoncino dentro ad un cielo azzurro, pieno di sole e di aria fresca che accoglie noi, personale scolastico della Bassa, che non vediamo l’ora di dimenticare il caldo. Il prato verde dell’agriturismo è il pavimento di una colazione a base di latte fresco, caffè, pizza e fette di torta. La giornata inizia così, e già salta il cliché del corso di formazione. L’idea ci piace parecchio perché è del tutto compatibile con noi che, alla fine, sebbene distanti per età anagrafica, assomigliamo molto ai nostri ragazzi: ci piace stare insieme, in uno spazio libero, lontani dagli schemi. I formatori sono in jeans, come noi, psicologhe giovani, determinate e sorridenti, con la sincera intenzione di fare un percorso all’insegna dello scambio e della condivisione. Consigli, strategie, strumenti, “imparare a stare” e a non sottrarsi, questo, capiamo, è lo scopo della formazione. Ci dividono in due gruppi (che poi ruoteranno nel corso della giornata): un gruppo all’aperto e un gruppo all’interno dell’edificio che ci ospita. L’attività all’esterno è prevalentemente di carattere discorsivo, incentrata sull’analisi di “casi” o situazioni problematiche, che si presentano nella prassi scolastica. L’intervento del formatore unitamente al confronto interpersonale ci lascia, di fondo, la consapevolezza che, indipendentemente dai contesti, si è tutti in cammino, che non c’è né primo né ultimo, che la scuola rimane un grande ambiente di apprendimento a tutti i livelli. L’attività all’interno è invece più ludica, ma non meno densa: costruzioni “Lego” che diventano metafora di meccaniche umane. Costruire persone, che è il de-siderio, ovvero l’ambizione “siderale”, di ogni educatore, capiamo che sottintende la fatica di pensare l’essere umano come una combinazione di parti che strutturano una unicità. Non solo la mente, anche il corpo è stato nutrito bene: tortelloni, tigelle a pranzo e vino hanno reso la comunicazione senza ombra di dubbio più efficace. Che dire poi del viaggio di ritorno? Una canzone dietro l’altra da Fanano a Cavezzo! Ce ne fossero!

Buon anno scolastico a tutti!